15.3.08

La disumana non-notizia

 Il Manifesto 13.03.08

La disumana non-notizia

La parola impronunciabile - quella che dovrebbe far scattare chiunque, con un senso di allarme istintivo - è stata pronunciata, in un’aula di tribunale. E non dagli avvocati: dai Pubblici ministeri. Connessa a fatti specifici. A ben individuati imputati. Documentata. Certificata da testimonianze giurate e giudicate vere da una magistratura di solito avara, quando si tratta di «organi dello Stato».

«La tortura è stata molto vicina a Bolzaneto - ha detto la Pm Petruzziello - In quelle ore si è verificata una grave compromissione dei diritti umani». Nel nostro paese sono state praticate, a livello di massa, su oltre 200 persone, con continuità e ostentazione, sevizie, umiliazioni, crudeltà che rientrano tra gli atti previsti dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. Non è una notizia, questa?

No, a leggere i grandi quotidiani italiani. L’ho cercata a lungo, quasi incredulo, quella notizia - almeno un titoletto, qualche riga, un corsivo, un piccolo editoriale... - sulle prime pagine del Corriere e di Repubblica, che pure, il giorno prima, in un’anticipazione della requisitoria (a pagina 16!) aveva parlato di «trattamenti inumani e degradanti...., dita spezzate, pugni, calci, manganellate su persone inermi, bruciature con accendini e mozziconi di sigaretta, bastonate sulle piante dei piedi; teste sbattute contro i muri, taglio di capelli, volti spinti nella tazza del water...». E che mercoledì non ne parla più - un compito già svolto, un fatto già archiviato -, mentre il Corriere la confina a pagina 23, come se si trattasse di cronaca nera, e la Stampa a pagina 20 (con almeno un piccolo richiamo in prima). Per i giovani di Bolzaneto, per i loro oltraggi subìti, non si scomodano gli opinion leader, i Panebianco, i Galli della Loggia, e nemmeno gli Scalfari o le Annunziata. De minimis non curat praetor. È più importante il gossip su Ciarrapico (prima pagina di tutti), sulle squillo del governatore di New York (in prima di Repubblica), sulla moglie di Mastella ... Non è nemmeno un fatto politico?

Ancora una volta no, a porgere l’orecchio al brusio che viene da questa orribile campagna elettorale, tutta all’insegna della virtualità e della simbolizzazione. Evidentemente quei corpi umiliati, quei ragazzi profanati alla loro prima esperienza d’impegno pubblico, non sono simboli sufficientemente maneggiabili, né utili nello spazio degradato della competizione senza principii. Meglio il faccione di Calearo, i fogli bianchi strappati da Berlusconi, le boutades sulla castrazione chimica di Veltroni, la rincorsa ai santini distribuiti da Ruini. Fanno più colore. «Funzionano», «tirano», come si dice adesso.

Qualcuno ha sentito un solo fiato, al centro o da quello che si chiamava fino a ieri il centro-sinistra (lasciamo andare la destra, che quelle torture le ha favorite, le ha prodotte e le ha coperte...), sullo scandalo di Bolzaneto? Sul nostro senso civile finito sotto i tacchi degli anfibi dei medici aguzzini e dei secondini sadici, in una caserma della Repubblica? Quegli stessi che ancora pochi mesi fa guidavano la caccia ai mendicanti e ai lavavetri in nome della legalità, e si stracciavano le vesti di fronte a un migrante privo di permesso di soggiorno, hanno obiettato qualcosa per quegli uomini in divisa che colpivano le ferite aperte, minacciavano di stupro ragazzine minorenni, piegavano a colpi di bastone adolescenti ridotti all’impotenza?

Eventi come questi non sono indolori. Scavano un solco. Tracciano un confine. D’ora in poi sarà sempre più difficile mantenere anche solo un terreno di discorso possibile, e aperto, tra queste due Italie: quella piccola, esile, minoritaria fin che si vuole, che non ci sta a digerire tutto, anche il disumano, e quella disposta ormai a passare su tutto e che tutto accetta come «normale». Sarà sempre più difficile continuare a credere anche solo a una riga delle infinite colonne di piombo, e delle stucchevoli prediche sulla nostra bella democrazia, che ci ammanniscono sui giornali. Sarà sempre più difficile, quasi impossibile, continuare ad affidare anche solo un brandello dei nostri progetti e delle nostre speranze a un qualche settore di questo ceto politico indifferente a tutto tranne che a se stesso. Insomma, sarà sempre più difficile sentirsi parte, anche piccola, di un medesimo paese.

Saremo apolidi, forse. O esuli mentali. Può darsi che sia questo l’estremo approdo del bradisismo che si è innescato in questa tormentata transizione italiana: la fuoriuscita dell’Altra Italia dall’Italia ufficiale. La chiusura definitiva del ciclo apertosi col 1945, e protrattosi per oltre un sessantennio. Non lo so. Ma una cosa è certa: d’ora in poi nessuno si permetta più di farci, dall’alto di un qualche luogo «istituzionale» o da qualche organo di stampa, la predica sul «bene comune», sull’«impegno civile», e della «buona cittadinanza». Perché ogni legittimazione è finita.

(Marco Revelli)

24.2.08

campagna di fine inverno

un calcolo decisamente interessante, i miei complimenti. temo però che Berlanga si aggiudicherà qualche voto in più.

qui lo dico e qui me lo nego: finora uolter sta conducendo molto bene la campagna elettorale, almeno a livello strategico.

16.2.08

il vero dramma

il vero tormento politico nella testa del sensuale pierferdi si può risolvere in:

" ma se lascio silvio, lui me le continuerà a passare le mignotte?"

25.1.08

fierezza d'italico cuore





mannaggia, non si trova un' immagine di questo poveretto che mima la pistola

quando la cosa migliore è augurarsi il caos, beh, c'è qualcosa che non va 

23.1.08

porti in piazza 100 milioni di persone (eehh!!) e li porti fino a roma incazzati neri a piedi a bastonare un po'... 
a parte che ti ci voglio vedere arrivare a piedi a roma da sbragate brianza, umberto 
a parte che se era per te e per il tuo lucido pensiero non credo che domani si sarebbero festeggiati i sessant'anni della costituzione
a parte che nella prossima costituzione vorrei un qualche tipo di pena per chi come te, da anni, mangia nel piatto dello stato (antifascista, al contrario di te) dalla sedia d'onore e poi ci sputa sopra
la lega, una forza di rottura, di coglioni, da troppi anni a questa parte

21.1.08

il terzo lunedi dell'anno

"se ho detto basta significa basta. è un paese che assistiamo ad uno spettacolo.. come dire quello che vediamo quotidianamente, rispetto al quale c'è bisogno di qualcosa di molto forte e noi, con grande coraggio, l'abbiamo determinato" c. mastella


il terzo lunedì di gennaio è il giorno più triste dell'anno, dice una ricerca inglese, aumentano addirittura i suicidi

allora dico io
perché limitarsi a levare la fiducia a prodi?


coro: "vogliamo un gesto più plateale!"

14.1.08

dio non esiste. ne sono certo

queste notizie mi mettono di buon umore

sul serio
come se ci fosse un futuro migliore che precede tutti quanti
maschi femmine e cantanti

 a forza di sentir dire che viene tolta la libertà di parola al papa
mi son lasciato prendere dall'euforia
dopo cinque minuti mi è passata